Un diamante grezzo non luccica [Diario di viaggio – Registrazioni: day 2]

Matto + Truzzi

Un diamante grezzo non luccica, lo sapevate? Un diamante grezzo è una pietra informe e un po’ bruttina. Come le registrazioni di un disco prima di essere mixate. Sono un ammasso informe di suoni e “cose” che da sentire così possono suonare strane a dir poco.

L’impatto che avreste sentendo i nostri pezzi oggi, dopo aver completato un buon 70% di riprese (mancano le tastiere, qualche voce e altre chicche, che per ora non voglio anticipare…) sarebbe del tipo: “che è sta roba?”, che è più o meno quello che deve aver pensato Alex quando un paio di settimane fa ha sentito le registrazioni per la prima volta. A me piace dire che sembra una via di mezzo tra gli Iron Maiden e i Pooh. Ma cambierà volto, cambierà suono, diventerà una bomba (modestamente).

Il perché è presto detto. In un disco ci sono tante cose che non si sentono. Quando ascoltiamo un pezzo ci focalizziamo sulla linea principale, sulla voce, sui lead, sui riff di chitarra. Ma sotto c’è un mondo di cose, un universo di piccoli pezzi che si sovrappongono, di armonizzazioni, di raddoppi. Che non si sentono se uno non li va a cercare, ma che se non ci sono il pezzo perde di corpo e intensità.

Oggi vi posso dire qual è il lavoro di un buon produttore, capire quali sono queste cose che servono, metterle dove mancano e toglierle dove sono superflue. La band è lo stilista che disegna il pezzo, il produttore è il sarto che lo realizza e lo cuce.

Qualcuno di voi forse fino a qui non mi ha seguito. Può essere. Mi piacerebbe suggerirvi un piccolo esperimento per capire cosa intendo. Avete presente Space Oddity di Bowie? Spero di si. Nella versione Remastered che si trova su Spotify i canali destro e sinistro sono strutturati in modo da avere su un canale la linea principale molto più alta di volume rispetto al resto e sul secondo canale le armonizzazioni di voce e tutta una serie di abbellimenti difficili da percepire nel mix totale. Ecco, isolando a turno i due canali sentirete due canzoni diverse e capirete cosa intendo.

Prima del mix tutte queste parti “secondarie” sono in primo piano, allo stesso livello della linea principale. Ovviamente questo genera confusione e rende tutto caotico. Ed anche noi abbiamo avuto la stessa sensazione al primo ascolto delle varie riprese. Poi Federico ha preso una bacchetta magica a forma di mouse ed ha cominciato a trasformare il casino delle riprese in sfavillanti arcobaleni che uscivano dalle casse. Ha cotto la torta, trasformato un insieme di ingredienti appiccicoso e dolciastro in un buonissimo dessert, leggero e delicato. E siamo ancora nelle fasi di premix, per cui ancora mancano degli ingredienti…

Agosto è stato un mese intenso. Abbiamo lavorato parecchio, soprattutto Federico, visto che il divano così comodo che c’era in studio ci ha messo a turno a dura prova (Quel bastardo continuava a risucchiarmi tra i suoi cuscini).

Fillo che dorme

Oggi è il primo settembre e andando avanti così tra qualche giorno avremo finito di registrare. Ci sono state alcune novità. C’è intanto da dire che un pezzo del disco è ad un passo dall’essere soppresso. Probabilmente sarà inevitabile, ma quando qualcosa non va è inutile accanirsi, no? Inutile vedere un povero pezzo che viene torturato, smontato, rifatto, riarrangiato decine di volte senza mai trovare davvero un senso. Tanto vale toglierlo. Lasciarlo lì nel cassetto, in attesa che un giorno possa arrivare il suo momento.

C’è di bello però che a questo probabile taglio, corrisponderà una nuova idea, nata e partorita nello studio. Un’idea che ci piace davvero molto e che speriamo piacerà anche a voi. Per ora non dico nulla. Ma saprete.

Sabato ci sarà il prossimo episodio. Speriamo in una prolifica giornata. Tra poco prometto che vi facciamo sentire qualcosa.

Anzi, facciamo subito! 🙂